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Martedì 13 luglio

AMARE COME SE'

“Ama il prossimo come te stesso” va preso alla lettera, cioè non è un’indicazione generica. Quel “come” vuol dire proprio come. Quindi, che sia io in una certa situazione, o un altro, occorre che ciascuno la viva come fosse la propria.

 

 

Come te stesso

Una delle cose che lo Spirito Santo ci ha insegnato, attraverso il carisma dell'unità, è stata questa: capire che quella parola del Vangelo — «Ama il prossimo come te stesso» — andava presa alla lettera, sine glossa; cioè che non era un'indicazione generica. Quel «come» voleva dire proprio come. Quindi, che sia io in una certa situazione, o un altro, occorre che ciascuno la viva come fosse la propria. E si è capito che prima di questa scoperta il nostro amore verso il prossimo era di gran lunga inferiore all'amore verso noi stessi. Eravamo cristiani battezzati, ci si accostava all'Eucaristia tutti i giorni, ma non si pensava assolutamente di amare l'altro come sé, quando addirittura il nostro amore non era concentrato che unicamente su noi stessi. Bisognava, quindi, fare una conversione e curarsi dell'altro come di noi. L'abbiamo fatto, con ogni prossimo che si incontrava, e ne è nata una rivoluzione. E ciò perché un tale modo di fare, dovunque lo si mette in pratica, colpisce; gli altri restano meravigliati, si domandano da che cosa è motivato. Per cui si ha l'occasione di spiegare perché uno tratta il prossimo in un certo modo, lo serve, lo aiuta. E molti di quelli che interrogano sentono anche loro il desiderio di cominciare, di provare a vivere così.

 

[Chiara Lubich - L'arte di amare - p. 65]